Carlo Magno ovvero l’imperatore dell’arrosto
NAPOLI (di Isabella Forte Nele) – Continuando il nostro piccolo viaggio nella cucina del tempo, assolutamente non poteva mancare Carlo Magno, imperatore del sacro romano impero, il precursore dell’Europa unita. Carlo, dall’animo sensibile e gentile, più volte fu visto piangere per la morte di un figlio o per il famoso Rolando, aveva, a quanto sembra, gusti culinari forti e molto maschili. Non fu eccessivamente acculturato ,ma imparò il latino che sapeva leggere e non scrivere. Si racconta che amasse tutti i piaceri della vita a cominciare dal sesso, ebbe cinque mogli, numerose concubine e venti figli, per finire alla buona tavola. Durante il suo regno cominciarono a definirsi le regole moderne dello stare a tavola: con Carlo le donne oneste sono ammesse finalmente al banchetto, ai convitati si consiglia di curare la pulizia delle vesti e delle mani e tutti non stanno più stesi ma seduti. Allora cosa mangiava quest’uomo quasi leggendario, descritto come un gigante alto quasi un metro e novanta, dagli occhi neri e vivaci e dalla voce possente?
L’imperatore del sacro romano impero non amava nella sua reggia il lusso sfrenato che ci si aspetterebbe, però nei suoi banchetti ufficiali faceva seguire una regola ferrea. Il servizio obbediva ad un rigido protocollo, che ricordava a tutti la struttura imperiale. Al suono di flauti e trombe, i re e i duchi dell’impero portavano a Carlo, seduto sullo scranno più alto, le pietanze. Per ultimi , quasi alla fine del banchetto venivano serviti i capi servizio ed i loro subalterni. Fervido igienista, egli fece scrivere un capitolare nel quale, tra le altre cose, raccomandava la massima pulizia e cura per tutti i manufatti quali lardo, salumi, vino, formaggi,birra, miele, farina. Sempre in questo capitolare , egli consiglia le piante che devono essere coltivate nelle case dei nobili, dalle erbe aromatiche agli alberi da frutto, siamo di fronte quasi ad un catalogo di botanica medievale. Possiamo pensare che il mangiar bene, non fosse proprio l’ultimo dei pensieri di Carlo. Il suo biografo Eginardo racconta che l’imperatore odiava i lessi e adorava gli arrosti. A tal punto amava questo tipo di pietanza che, nell’ultima fase della sua vita, pur essendo ammalato di gotta, non ascoltò i consigli dei suoi medici che lo esortavano ad alleggerire la sua dieta. Ancora oggi possiamo gustare il “ filetto alla Carlo magno”, gustoso piatto di carne lardellata ed insaporita con una salsina a base di aceto, tuorli, strutto e prezzemolo. Non vi sembra molto più vicino questo mito della storia europea, pensando che, come tutti, di fronte ai profumi ed agli effluvi della cucina dimenticava qualsiasi cosa, anche l’acido urico che saliva ed il colesterolo? …Uno di noi, sempre in lotta con gli esami di laboratorio ed una salsiccia in più !